Il Dilemma del Prigioniero e le decisioni strategiche ai tempi del Covid-19
Seduti nello studiolo di fortuna allestito in casa, smarcando la biancheria stirata che la nostra consorte ci ha appoggiato di fianco al PC, e respingendo il cane che innocentemente ci…
Seduti nello studiolo di fortuna allestito in casa, smarcando la biancheria stirata che la nostra consorte ci ha appoggiato di fianco al PC, e respingendo il cane che innocentemente ci porta la palla per giocare non capendo il perché di questa improvvisa sedentarietà, ci stiamo più o meno tutti domandando quanto questa reclusione forzata cesserà e quando potremo, come singoli individui e come nazione, tornare a generare valore.
Sappiamo che la risposta dipende da tanti fattori non prevedibili e dalle altrettanto incerte tempistiche. Ma c’è un aspetto sul quale possiamo da subito riflettere: cosa faranno gli altri?
Che il fatturato, cosi come il PIL, calerà e non di poco è un dato di fatto. Per quanto poco confortante questo accadrà a tutti; ciò che invece ancora non sappiamo è se saremo in grado di mantenere i vantaggi competitivi conquistati negli anni.
I nostri competitor faranno scelte diverse dalle nostre? Ripartiranno prima e meglio?
Le teoria dei giochi è, citando Wikipedia, “la disciplina che studia e analizza le decisioni individuali di un soggetto in situazioni di conflitto o interazione strategica con altri soggetti rivali finalizzate al massimo guadagno di ciascun soggetto”. Nella sua espressione più nota, quella del Dilemma del Prigioniero, la teoria dei giochi mostra cosa accade quando i giocatori hanno a disposizione scelte contrastanti tra loro. Contrariamente alla visione di Adam Smith, secondo cui la massimizzazione degli interessi individuali comporta, indirettamente e inconsapevolmente, vantaggi anche per l’intera collettività, John Nash ha dimostrato come non sempre ciò accade, e anzi, come si giunga spesso a un equilibrio, di NASH per l’appunto, in cui la massimizzazione del profitto individuale non coincide con il massimo profitto ottenibile dalla collettività.
Cosa succede dunque se proviamo ad applicare il Dilemma del Prigioniero a quanto sta avvenendo in relazione all’emergenza Covid-19 per quanto riguarda le decisioni dei singoli paesi e la dimensione di gestione aziendale? Mi perdonino i micro-economisti più attenti per qualche imprecisione tecnica ma il senso è nella riflessione che ne consegue e non necessariamente nella correttezza di forma.
Scacchiere Mondiale e Strategie Nazionali
I Paesi occidentali stanno più o meno tutti adottando misure di contenimento simili, indipendentemente dagli slogan dei rispettivi primi ministri. Con l’appiattirsi della curva dei contagi è verosimile ipotizzare che presto ciascuno di essi sarà chiamato a confrontarsi con scelte strategiche circa la cessazione del Lockdown bilanciando aspetti afferenti salute ed economia. Proprio come il dilemma del prigioniero, lo scenario strategico dei Paesi è di tipo non cooperativo in quanto, in assenza di alleanze vincolanti, è basato su ragionamenti individuali .
Supponiamo che l’utilità che ciascun Paese trae è la risultante di un’equazione che bilancia Salute dei Cittadini e Competitività della sua Economia
Rappresentiamolo cosi in termini di utilità:
- Salute Cittadini: 10 (generalmente ritenuta più importante dell’Economia)
- Economia: 8
- Vantaggio economico della prima mossa: 5
- Effetto negativo sulla salute in presenza di misure non unitarie: -3
Ciascuna scelta razionale dovrebbe essere presa tenendo in considerazione anche le mosse degli altri Paesi. La distribuzione dei Payoff potrebbe essere così riassunta:
Lo scenario dipinge una condizione in cui l’Ottimo Paretiano (ovvero non si può migliorare la condizione di un soggetto senza peggiorare la condizione di un altro) si otterrebbe se, potendosi mettere effettivamente d’accordo, tutti gli Stati continuassero a tenere contemporaneamente le proprie economie in stato di Lockdown in vista di un rasserenarsi delle condizioni di salute dei cittadini.
Tuttavia questa possibilità appare limitatamente verosimile in quanto non è possibile conoscere con certezza le decisioni della controparte e il rispetto delle stesse. L’ipotetico ragionamento che un Paese (diciamo l’Italia) potrebbe fare è:
- Se la Germania decide di uscire dal Lockdown conviene riaprire (per non perdere vantaggio competitivo)
- Se la Germania decide di continuare il Lockdown conviene riaprire (per acquistare un notevole vantaggio economico)
Per la Germania la situazione sarebbe simmetrica. Entrambi i Paesi, immaginando che siano logici nelle loro scelte, e non sapendo le decisioni degli altri Paesi, finiranno prima o poi con riaprire le economie a scapito del pieno recupero sulla salute, ritrovandosi in situazioni per entrambi non ottimali (ricadendo quindi nell’Equilibrio di Nash).
Il punto debole del ragionamento risiede ovviamente nei payoff, del tutto soggettivi e culturali, che ciascun paese attribuisce alla tutela della salute piuttosto che all’economia. Ciò non toglie che decisioni strategiche di questa natura siano al vaglio, per quanto non esplicitamente ammesse, dalle principali potenze economiche. Un esempio? Per quanto tempo l’economia USA potrà subire un Lockdown se la Cina mostra invece forti segnali di recupero?
Strategie Aziendali
In un contesto aziendale, in cui l’attenzione si sposta sulla qualità e tempestività delle decisioni manageriali per uscire dalla crisi e per mantenere un vantaggio competitivo, il dilemma del prigioniero presenterebbe una combinazione di payoff diversi.
In maniera colorita potremmo ricondurre le decisioni strategiche di un determinato imprenditore in “non fare niente” o “darsi una mossa” in cui per esempio:
- “non fare niente” presuppone una posizione attendista, magari verso soluzioni di supporto governativo e il posticipo di riflessioni strategiche, sia finanziarie che di posizionamento
- “darsi una mossa” sottende alla messa a fuoco di un set di obiettivi concreti e un piano industriale a corredo. Per esempio un’analisi attenta del proprio modello di business, della situazione economico-finanziaria e una rivisitazione del proprio posizionamento strategico
La strategia del Dilemma del Prigioniero di cui sopra, sterilizzata dagli aspetti Salute, verrebbe rappresentata come segue:
- Economia: 8
- Vantaggio economico della prima mossa: 5
La tabella dei payoff come segue:
In questo caso, l’inerzia, anche in assenza di informazioni circa le mosse dei competitors, non appare mai l’opzione migliore. Anzi, il payoff sarà tanto più elevato (13 vs 8) quanto più un’azienda sarà in grado di anticipare le mosse rispetto ai concorrenti. In generale le scelte strategiche che si prospettano sono così riassunte:
- Agisco e il mio concorrente non agisce: guadagno un vantaggio competitivo
- Agisco e il mio concorrente agisce: entrambi miglioriamo la rispettiva condizione
- Non agisco e il mio concorrente non agisce: entrambi rimaniamo in difficoltà (misera consolazione)
- Non agisco e il mio concorrente agisce: perdo vantaggio competitivo
Considerato che, proprio per la natura non-cooperativistica delle dinamiche di mercato, nessuno è in grado di sapere con certezza quali azioni adotterà un determinato concorrente, le uniche strategie percorribili ricadono nell’azione. In altre parole, il Lockdown, non in senso fisico ma imprenditoriale, a livello aziendale NON DEVE MAI ESSERE UNA SCELTA STRATEGICA.
Concludendo, è certamente vero che decisioni a livello Paese impatteranno sulle tempistiche, sulla velocità e sulla magnitudine della ripresa ma, essendo quelle, leve non disponibili, e quindi irrilevanti sul fronte decisionale, ciò su cui ciascuna impresa deve focalizzarsi è sulla capacità di risposta rispetto al suo mercato, al suo settore, al suo scenario competitivo, innovando all’interno di esso.
La strada percorribile appare quindi una sola: agire tempestivamente!