6 step lucidi e razionali per governare l’azienda durante la crisi generata dal Coronavirus
-2%; -3% l’impatto stimato di calo del PIL. Per quanto drammatico, è sicuramente un dato che ci suona distante e poco realistico se rapportato ad una dimensione aziendale media. Con…
-2%; -3% l’impatto stimato di calo del PIL. Per quanto drammatico, è sicuramente un dato che ci suona distante e poco realistico se rapportato ad una dimensione aziendale media.
Con buona pace del budget 2020 che aveva sicuramente qualche segno più rispetto al 2019, la maggior parte di noi farebbe carte false, a questo punto, per avere una riduzione dei ricavi del solo 2%. Probabilmente, e purtroppo, così non sarà. Con le nuove misure del decreto emanato sabato notte, per la maggior parte delle aziende le attività rallenteranno drasticamente.
Rispetto ad una crisi economica tradizionale, che arriva più lentamente e richiede minore velocità di reazione, Covid19 ha impattato forte e subito.
Disorientati di fronte all’emergenza è imperativo osservare e agire tempestivamente. Vero è che ogni realtà ha le sue specificità ma alcune riflessioni sono trasversali a settori, dimensione, geografia.
Quali aspetti sono imprescindibili nell’affrontare una crisi aziendale?
1. Concentrarsi sul Cash
Cash is King, sempre. 20 miliardi di dollari è la giacenza minima di Berkshire Hathaway, holding di investimenti di Warren Buffett. In barba a tutte le teorie economiche che considerano finanziariamente inefficiente un’eccessiva giacenza di liquidità, nessuna azienda è mai fallita per troppo Cash.
Focalizzarsi sull’efficientamento dei flussi di cassa diventa prioritario e può essere fatto tramite questi passaggi:
- Concludere velocemente qualsiasi Work in Process che sta tenendo in sospeso fatturazioni verso clienti
- Rivedere le politiche di fatturazione riducendo le tempistiche di emissione e le tempistiche di incasso (specialmente se si lavora con estero e paesi non impattati pesantemente dal Covid-19)
- Negoziare le politiche di pagamento con i fornitori (vedi sopra)
- Implementare un piano di cassa per perimetrare incassi e pagamenti futuri. Pianificare per tempo e adottare programmi di pianificazione finanziaria.
- Utilizzare nuove linee di credito con attenzione. Non precipitarsi in banca a chiedere finanziamenti se prima non si è calibrato attentamente il flusso di entrate/uscite
2. Dialogare con gli stakeholders (azionisti, fornitori, banche, dipendenti)
Mantenere una comunicazione trasparente e veritiera sullo stato di salute della propria organizzazione. Le brutte sorprese non piacciono a nessuno e innescano solo over-reactions.
Tagliare sul marketing è controproducente. Anzi, bisognerebbe aumentare la comunicazione.
Se i clienti in primis iniziano a pensare che siete “Out of Business” porteranno le loro scelte di acquisto altrove.
Federico Rossi
Un’azienda cliente in tempi difficili ha smesso di comunicare con il risultato che giornali poco avveduti hanno pubblicato erronei articoli sulla sua chiusura. Risultato? Intuibile….i clienti sono evaporati aggravando ancora di più la situazione. La soluzione è comunicare di più, non di meno.
3. Individuare le leve strategiche
Qualsiasi decisione avveduta presuppone un controllo di gestione adeguato ma soprattutto la capacità di performare analisi di scenario.
- Quale è il break-even point aziendale, quale la leva operativa?
- Quali impatti su Ebitda e Gross Margin sono attesi al variare del fatturato?
Solo conoscendo i driver e le dinamiche economico finanziarie aziendali è possibile rispondere adeguatamente. Implementare un sistema di reporting e individure i corretti KPI è strategico per monitorare day-by-day la situazione aziendale ed essere proattivi nell’impostare azioni correttive.
4. Focalizzarsi sul core
- In cosa risiede il valore per il cliente? Generalmente non in un portafoglio d’offerta sconfinato di prodotti o servizi. Rivedere il proprio modello di business focalizzandosi sulla domanda e non sull’offerta. Contestualmente liberare risorse non funzionali a generare valore per il cliente. Talvolta il moltiplicarsi dell’offerta comporta il moltiplicarsi di modelli di business differenti che aumentano inutilmente la complessità gestionale oltre che a disperdere la propria UVP.
- Individuare costi ridondanti. Attenzione che non stanno nel stampare in bianco e nero o nel spegnere il pc di notte. I costi ridondanti si annidano in processi inefficienti e time-consuming. “Muda” lo definirebbero i giapponesi (sprechi di sovraproduzione, tempo, scorte, movimenti, difetti). Ripensa a come fare il lavoro e riduci tutto ciò che è “Non-value added” ovvero tutto ciò per cui il cliente non sarebbe disposto a pagare.
- Liberare liquidità da Assets non strategici. Un esempio? La flotta auto aziendale, piuttosto che la strumentazione tecnica, non deve stare necessariamente nei libri aziendali. Esplora soluzioni Lease-back su Asset capital intensive già acquistati (i milioni spesi nella nuova sede aziendale…) o adotta soluzioni “As a service” sui nuovi acquisti impiegando meno risorse finanziarie. Nel lungo termine forse il cashout sarà maggiore ma ciascuna decisione va presa considerando rischio e rendimento. Investire in assets non strategici non suggerisce un corretta profilazione del rischio.
5. Calibrare il Make/Buy
Seppure l’impatto potrebbe non essere immediato, una rivisitazione della struttura di costi, e quindi di parte del Modello di Business, è necessaria nella ricerca di flessibilità.
Internalizzare tutti i processi ha benefici su controllo e margini, ma irrigidisce eccessivamente la struttura aziendale.
Individuare i processi e le attività (e quindi i costi) che possono essere oggetto di Outsourcing tramutandoli in costi variabili può dare un importante contributo alla sopravvivenza. È cruciale però farlo dopo aver capito il Core Aziendale (fare outsourcing della Value Proposition non è una scelta efficace nel medio termine).
6. Focalizzarsi sulla cultura aziendale
Cogliete l’opportunità del rallentamento delle attività per organizzare la tanto trascurata formazione. Quella vera però. Pianificate sessioni di brainstorming e formazione con tutti i collaboratori sia per spunti sul business sia per sessioni One to one di CFR (Conversation, Feedback e Recognition). Forzare le ferie non è una soluzione ottimale nel breve termine. I collaboratori hanno sicuramente tanto da dire ed è da tanto tempo che aspettano di farlo. Sfruttate questi momenti per rafforzare l’identità e la cultura aziendale
Le difficoltà offuscano lucidità e pensiero razionale tuttavia offrono sempre opportunità di crescita e miglioramento.
“Business as usual” uccide pensiero strategico e innovazione, tramutiamo un momento difficile nell’opportunità di prendere quella scelta talvolta a lungo rimandata.
Federico Rossi
La buona notizia è che questa volta sarà abbastanza semplice: non fare niente o fare qualcosa. Diversamente da un contesto normale, solo una delle due ci farà sopravvivere…