Cosa hanno in comune Harry Potter, il crollo di borsa del 1987, Google e la Grande Guerra?

Assolutamente niente…o forse SI? Da qualche giorno circola nelle bacheche di tanti e negli editoriali di molti il video di Bill Gates datato 2015 che ci avverte del rischio di…

Assolutamente niente…o forse SI?

Da qualche giorno circola nelle bacheche di tanti e negli editoriali di molti il video di Bill Gates datato 2015 che ci avverte del rischio di una imminente epidemia. Interpretato come un segnale di chiaroveggenza, o di complottismo dai più maliziosi, io l’ho visto sotto altra angolatura. Lo ritengo piuttosto la dimostrazione che Cigni Neri (vedasi Taleb e il mio precedente articolo) sono eventi spiegabili solamente in retrospettiva. Nessuno nel 2015 diede credito a Gates; nessuno, consultando l’amico professore o il modello statistico del coinquilino trader, pensava che un evento del genere potesse essere credibile e neppure probabile. Tant’è che qui stiamo.

Per quanto la mente si sforzi a rigettare l’esistenza di scenari non prevedibili, la storia ci insegna che, la Storia per l’appunto, è un singhiozzo violento e improvviso e mai un respiro costante. Gli eventi trasformativi accadono perlopiù a scatti e non sono mai prevedibili, se non, di nuovo, a posteriori.

Quegli eventi, i Cigni Neri, proliferano in un territorio che Taleb chiama Estremistan. Territorio che la maggior parte di noi ignora o che, ugualmente grave, scambia per Mediocristan. Il Mediocristan è il terreno degli eventi “normali”, distribuiti con frequenze di probabilità, in cui il futuro è prevedibile e modellizzabile in base alle esperienze che deriviamo dal passato. La confusione insita nella nostra mente circa la presenza dell’uno o dell’altro ci fa talvolta affrontare le situazioni nella maniera errata e coglierci del tutto alla sprovvista. Ne è un esempio il tacchino (il tacchino induttivista di Russel e Popper). Ogni giorno in più in cui riceve becchime dal suo agricoltore, aumenta la sua consapevolezza e confidenza sul fatto che quel trend, con minime variazioni, proseguirà all’infinito. Nulla del semplice modello matematico sviluppato dalla mente del tacchino fa presagire l’evento che da lì a poco lo costringerà a rivedere le sue idee: il giorno del ringraziamento.

Il giorno del ringraziamento è il Cigno Nero del tacchino (per la definizione, di nuovo, si veda qui). Obiettivo dell’articolo non è parlare di Cigni Neri, ricette culinarie, o ripercorrere teorie statistiche per le quali, ammetto, sono limitatamente preparato. Obiettivo è condividere uno spunto su alcuni aspetti del rischio e della sua gestione, a mio avviso più interessanti del Cigno nero stesso, riconducendoli ad una dimensione di pianificazione e gestione aziendale.

In via generale possiamo spiegare un determinato fenomeno in due, non di più, maniere:

  1. Escludere lo straordinario e focalizzarsi sul normale (l’osservazione più frequente e quindi più probabile)
  2. Considerare, in primis, gli estremi, soprattutto se il loro impatto è rilevante

Mentre il primo approccio è il più frequente, e a prima vista il più sensato (teniamo conto che l’uomo, come il tacchino, fino a un passato non lontano viveva esclusivamente in Mediocristan), per alcune circostanze è profondamente inadeguato. Sarebbe possibile valutare la minaccia di un criminale esaminando i suoi comportamenti in una giornata normale? Credo che la risposta sia evidente a tutti ma altrettanta reattività di pensiero non sarà facile ritrovarla nel parlare di Ricerca e Sviluppo, decisioni aziendali, efficacia di un libro, o gestione di un sistema sanitario. Il video di Gates è illuminante invece sotto un altro aspetto. Ci ricorda che mentre un sistema sanitario è strutturato su eventi normali e probabili, così non è, per esempio, l’apparato militare, il cui assetto è improntato nell’affrontare un evento improbabile, imprevedibile e dall’impatto estremo. L’esercito non può prevedere Cigni Neri ma senza dubbio è preparato per affrontarli. Questi due fenomeni proliferano in ambienti tra loro diversi che Taleb definisce Mediocristan ed Estremistan.

Mediocristan è il luogo in cui il totale non è dominato da un singolo evento. Mediocristan è non scalabile (output correlato alla quantità di lavoro svolto), caratterizzato da eventi distribuiti secondo curva di Gauss e prevedibile guardando il passato. Gli estremi del Mediocristan, misurati dal numero di deviazioni standard rispetto alla media, assumono probabilità di accadere talmente basse da essere trascurate, perciò ritenute impossibili.

Estremistan è il mondo dominato da eventi radicali, non prevedibili, statisticamente improbabili ma di impatto estremo (non necessariamente negativo, e questo è quanto accomuna la storia di Google a quella di Henry Potter). Mediocristan è disuguaglianza estrema in cui il totale è determinato da pochi eventi. Estremistan è scalabile (stesso sforzo per ottenere 10 o 100).

Il Cigno Nero sarà tanto più violento quanto saremo erroneamente convinti di essere in Mediocristan piuttosto che in Estremistan. Il Cigno Nero lo è per il tacchino, non per l’agricoltore. Coronavirus ci appare Cigno Nero perché il sistema sanitario è strutturato con curve a campana e vive nel Mediocristan in cui certi eventi, non rientrando nel concetto di statisticamente possibile, non sarebbero dovuti esistere.

L’ottica imprenditoriale ha a che fare con Estremistan (quella manageriale, soprattutto di basso livello, probabilmente più con Mediocristan). Chi è abituato ad abbracciare rischio in maniera sistematica sa di cosa parlo. I Venture Capital (quelli veri) hanno ben chiaro che il loro modello economico non rispecchia una curva-gaussiana (Mediocristan) ma piuttosto legge di potenza (Estremistan).

L’ irrilevanza della distribuzione normale nel mondo imprenditoriale (ovvero di ciò che ci sembra probabile) sembra trovare evidenza anche osservando gli Economic Profit di 3 mila aziende analizzate da McKinsey. Le aziende non vanno più o meno bene. Le aziende o vanno bene o vanno male. Esiste Amazon poi esistono miglia di marketplace un milionesimo più piccole. Parimenti, un autore di successo non vende un numero di copie mediamente superiore al perfetto sconosciuto. Ne vende 10 mila volte tante. Le disuguaglianze sono estreme e i totali determinati da pochi eventi (aziende in questo caso) estremi.

Come affrontare quindi i Cigni Neri? Innanzitutto accettandone l’esistenza e abbandonando l’idea di poterli prevedere. In più attraverso 3 punti che elenco di seguito:

  1. Concetto di rischio
  2. Individuazione del tipo di business e del tipo di rischio
  3. Mitigazione del rischio

Concetto di rischio. Accettare che l’incertezza esiste. L’essere fatalisti è un’opzione percorribile a livello personale ma non imprenditoriale. Non pianificare, pianificare male, non avere un controllo di gestione, fare affidamento esclusivamente su canale bancario, avere sistemi incentivanti focalizzati sull’aspetto rendimento (es. + ricavi) e non sull’aspetto rischio (qualità dei ricavi) non suggeriscono consapevolezza rispetto all’esistenza del rischio stesso. Prendere coscienza dell’incertezza non significa fuggire da essa, ma capire quando è presente.

Tipo di Business e tipo di rischio. La maggior parte di chi fa impresa, soprattutto quelli che leggeranno l’articolo, operano in Estremistan (indipendentemente dal fatto che lo sappiano o meno). Se avete ancora dei dubbi, Digital è Estremistan, Ricerca & Sviluppo è Estremistan, tecnologia in generale sta trasformando Mediocristan in Estremistan. Singoli processi possono essere Mediocristan ma il business stesso è quasi sicuramente Estremistan. Anche chi ha un ristorante sta diventando sempre più Estremistan (e qui Taleb non l’aveva previsto).

Mitigazione del rischio. Come prepararsi al Cigno Nero che per sua natura non può essere previsto? La risposta risiede parzialmente nel precedente articolo. Tenere la mente aperta attraverso Observation e Orient è un primo passo. Usare la matematica è un altro ancora. Non sto suggerendo di strutturare aziende preparate all’evento estremo ma neanche di pensare che il futuro, infinito e incerto, sia prevedibile osservando il passato, finito e certo. Nel prossimo articolo parlerò di come impostare un efficace percorso di pianificazione strategica. In generale, credo che il successo abbia più a che fare con frequenti tentativi aggressivi piuttosto che con premi e incentivi. La strategia aziendale corretta è quella che colleziona Cigni Neri (positivi evidentemente) e non quella che rifugge o ancora peggio non conosce rischio e incertezza.

In tutto questo, la cosa certa è che non possiamo evitare il giorno del Ringraziamento ma possiamo evitare di essere un tacchino!