Google entra nell’era della meritocrazia: personal branding e utilità peseranno sul posizionamento SEO

Fuffari, venditori di rimedi miracolosi, complottisti, scappati di casa, marketer improvvisati, click-baiters dell’ultima ora e chi più ne ha più ne metta: con l’aggiornamento del Google Page Quality Rating tutta…

Fuffari, venditori di rimedi miracolosi, complottisti, scappati di casa, marketer improvvisati, click-baiters dell’ultima ora e chi più ne ha più ne metta: con l’aggiornamento del Google Page Quality Rating tutta questa marmaglia di batteri digitali verrà finalmente debellata. Perlomeno dai risultati di ricerca.

Google ha definito le parole d’ordine della nuova modalità meritocratica: autore e utilità di una pagina Web. Tutto qui? A una prima lettura degli aggiornamenti delle linee guida dei Quality Rater di Google – pubblicati in sordina lo scorso weekend – non sembra ci sia chissà quale ventata di novità, invece stiamo assistendo a un primo grande cambiamento nell’era dell’informazione di qualità.

Google si focalizza sulle sue Personas, cioè su di te.

Sebbene il testo non sia stato stravolto rispetto alle versioni precedenti, i cambiamenti introdotti qua e là sono il segno tangibile di una rivoluzione sotterranea, attraverso la quale Google inizia a focalizzarsi (perdonate il gioco di parole) sulle proprie “personas”.
Vediamo insieme la direzione che Big G sta indicando a tutti coloro che si occupano di contenuti per il Web, e in particolar modo i due elementi che caratterizzano questo nuovo documento:

  1. Reputazione dell’autore
  2. Scopo di una pagina Web

La reputazione dell’autore come elemento SEO

Le ultime modifiche alle Google’s Search Quality Rater Guidelines risalgono a un anno fa. Il cambiamento introdotto lo scorso weekend riesce a essere sottile ma fondamentale allo stesso tempo. La sezione “Website Reputation” è stata rinominata “Reputation of the Website or Creator of the Main Content”.

Questione di forma? Certamente no.

Dietro alle modifiche di sezione, si cela l’attenzione di Mountain View per l’autore dei contenuti principali di una pagina o sito web, mentre fino a una settimana fa la reputation si riferiva principalmente a un sito Web preso in esame nel suo complesso.
E quindi, in pratica, cosa cambia?

Semplice: che d’ora in avanti la qualità di un contenuto sarà vincolata non solo a quella della pagina o del sito che lo ospita, ma in egual misura anche alle informazioni disponibili sull’autore.

Messa giù così, sa tanto di sinonimo di “numero di volte in cui un autore è citato in Rete, assieme al tipo e alla qualità delle citazioni stesse”. Un bel cambiamento per la SEO, no?

Ma c’è di più. Il documento infatti sottolinea:

  • L’importanza di distinguere l’autore del contenuto, soprattutto se si tratta di un’altra persona rispetto a quella che normalmente gestisce il sito web.
  • Per quanto concerne la Reputation, in pratica un autore viene paragonato a un brand.

Quali informazioni sull’autore verranno considerate da Google?

Avranno il loro peso, principalmente:

  1. Le informazioni biografiche ospitate dal sito web stesso
  2. Le informazioni contenute in fonti di terze parti consultabili online (meglio se scritte da altri, ci tengono a precisare gli autori)
  3. Le pagine di Wikipedia.

Google lo dice chiaramente in un passaggio del documento: stante la situazione attuale e il livello di sviluppo dei contenuti Web, è plausibile aspettarsi di trovare online informazioni precise su un autore particolarmente conosciuto o apprezzato, così come accade per le grandi aziende.

Tradotto: chiunque produca contenuti per la Rete e da ciò tragga una certa visibilità sarà trattato alla stregua di un (personal) brand. Trarre le dovute conseguenze.

Lo scopo della pagina web come elemento cardine del posizionamento SEO

La pagella della qualità di un contenuto è stata rivista, e in questo passaggio la rivoluzione è ancor più tangibile.

La grande novità è l’attenzione posta allo Scopo che una pagina Web si pone e a quanto riesce a raggiungerlo. Google parla espressamente di “beneficial purpose”, concetto che può fare da sinonimo a utilità, capacità di rispondere a quesiti concreti, di aiutare il lettore oppure, al contrario, creare disinformazione, fare del male o diffondere odio o falsità.

Che qualcuno si stia finalmente armando per combattere con maggiore veemenza fake news, clickbaiting e informazioni tendenziose? Chi lo sa? Ma se questo è l’intento, ben venga.

Nel frattempo, l’unica annotazione che possiamo fare è l’insistenza posta da Big G nei confronti dei contenuti YMYL, “Your Money, Your Life”: in pratica tutti i contenuti che hanno un impatto diretto su scelte di vita importanti, sul benessere delle persone, o sullo stato di salute del loro portamonete.

Quali elementi determinano il Page Quality Rating, ovvero la qualità della pagina web?

La lista di Google non lascia spazio a molte interpretazioni:

  1. Scopo della pagina
  2. EAT (Expertise, Authoritativeness, Trustworhtiness)
  3. Qualità e quantità del contenuto
  4. Reputazione del sito
  5. Reputazione dell’autore o del responsabile della maggior parte dei contenuti

Dell’obiettivo di una pagina abbiamo già detto tutto, anche se ci concediamo il lusso di lasciarvi immaginare l’impatto che questo parametro avrà sul SEO copywriting, sempre meno faccenda collegata alle keyword e sempre più, invece, alla capacità di rispondere a domande precise e soddisfare il lettore.
EAT è un acronimo che indica “Expertise, Authoritativeness, Trustworhtiness”. Se il primo passaggio del Page Quality Rating è prendere in esame gli obiettivi per cui è stato creato un contenuto, assieme alla sua utilità intrinseca, l’EAT si riferisce a:

  1. Competenza dell’autore in una specifica materia
  2. Autorevolezza dell’autore
  3. Fiducia che il pubblico gli riconosce

Questi tre parametri non sono nuovi, va detto, né tantomeno frutto degli ultimi update al documento. A cambiare, stavolta, è l’enfasi mostrata nei confronti della credibilità dell’autore e della fonte.

Alcuni esempi di riconoscimento della credibilità dell’autore

  • Articoli o documenti che presentano informazioni mediche dovranno essere scritti o prodotti in uno stile professionale, editati, rivisti e aggiornati regolarmente. Allo stesso modo, una news dovrà essere scritta in modo professionale e contenere informazioni che aiutino i lettori a comprendere meglio l’attualità, possibilmente rispettando una policy editoriale che è opportuno pubblicare sul sito Web stesso.
  • Di una pagina riguardante un argomento specifico o verticale – dall’hobby all’argomento di nicchia o per addetti ai lavori – sarà valutata ancor di più l’expertise dell’autore.
  • Per quanto riguarda contenuti finanziari, legali, fiscali, ma in generale tutto ciò che può avere un impatto sulle scelte future o sulle finanze delle persone, l’expertise riconosciuta agli autori avrà un peso decisivo.

Di nuovo: Google sta sottolineando in ogni modo l’attenzione sulla Reputation degli autori, probabilmente anche come strategia per combattere il dilagante rumore di fondo prodotto da pseudo-esperti, scopritori di pseudo-metodi miracolosi per guarire o arricchirsi, guide definitive e manualetti vari.

Sarà vera gloria o è un prevedibile tentativo di dirsi attivi nella battaglia contro disinformazione, fake news e tendenziosità varie?

Difficile dirlo: per il momento apprezziamo il tentativo di mettere la persona al centro, come si suol dire.

La destinazione di questa rotta, la scopriremo navigando. Letteralmente.

Mario Montanari

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